Colazione con i bambini fra social e socialità
Oggi a colazione è passata a trovarci una ospite davvero speciale; lei è una pedagogista, una mamma e una blogger attivissima. Parliamo di Mariaelena La Banca che sul web scrive dei suoi tanti interessi, dai viaggi ai consigli anti-spreco alla vita di tutti i giorni come mamma impegnata e attenta, coniugando professionalità ed esperienza personale. Le abbiamo chiesto di raccontarci la sua colazione con i bambini, in famiglia e di svelarci il segreto per mettere d’accordo le esigenze dei più piccoli, tablet, nuove tecnologie e socialità fin dalla prima colazione. Il risultato? Vi consigliamo di leggerlo…
IL MOMENTO DELLA COLAZIONE NEL WEEK END
di Mariaelena La Banca
Il sole filtra dalle persiane chiuse e un intruso si intrufola nel letto in cerca di coccole e abbracci con gli occhietti già vispi. E’ sabato in casa mia e lo si capisce dalla totale mancanza di organizzazione: non c’è la sveglia che trilla, non c’è la scuola e ci ritroviamo in tre nel lettone a pianificare una giornata tutta per noi.
Gli uomini, Andrea quello grande e Matteo di 7 anni, scendono in cucina e mi portano il caffè e molto lentamente mi alzo anche io.
Cosa vogliamo a colazione?
Ognuno di noi ha gusti diversi: per me, che sono perennemente a dieta, ci sono i corn flakes, per loro preparo ciò che chiedono: pancakes dolci o salati a seconda dell’orario in cui ci siamo svegliati, biscotti o crespelle e spesso la colazione diventa un brunch. Mentre io sono ai fornelli loro apparecchiano e danno uno sguardo alle previsioni del tempo sull’app dello smartphone.
Non appena siamo tutti seduti intorno alla tavola, in base alle condizioni meteo, cominciamo a pianificare la giornata: cosa vorremmo fare?
Una delle sensazioni che amo di più nei week end è la libertà di scegliere come impostare la giornata, senza schemi. A volte decidiamo di stare in casa in pigiama tutto il giorno e vedere tutti i film di Harry Potter oppure cerchiamo eventi, mostre e musei.
Il mio compagno ed io lavoriamo nel mondo del web: lui nello sviluppo software ed io nella produzione di contenuti e nella comunicazione e la tecnologia fa parte del nostro quotidiano. Spesso scherziamo sul fatto che bisognerebbe riformulare il galateo perché non sappiamo dove mettere gli smartphone e il tablet a tavola: vicino alle forchette a sinistra o vicino ai bicchieri in alto?
Solitamente non si porta in tavola la tecnologia ma durante il week end le regole si fanno più morbide.
E’ ormai una consuetudine collaudata che, durante la colazione, ognuno di noi cerchi attività interessanti online da proporre alla famiglia e che poi tutti insieme si decida dove andare: Roma offre davvero molti spunti sia per adulti che per bambini. Matteo trova sempre qualche evento legato al mondo dei lego sul tablet, le sue ricerche sono sempre mirate e la sua parola chiave sul motore di ricerca è “lego roma” poi, mentre sorseggiamo un tè o una spremuta, tra un pancake e i biscotti, ragioniamo sulla proposta più interessante: a volte si accontenta il papà appassionato di tecnologia, altre volte la mamma con musei e passeggiate culturali e, più spesso, è Matteo che ha la meglio su tutti. Le sue chiavi di ricerca e le sue motivazioni risultano sempre le più convincenti!
Questo accade quando fuori è bel tempo e possiamo programmare gite all’aria aperta ma le cose non cambiano quando decidiamo di rimanere in casa. Perché si possono creare pomeriggi ludico-didattici interessanti e stimolanti quando fuori piove. Anche in quel caso la tecnologia ci aiuta. Ognuno di noi cerca uno spunto curioso o un “lavoretto” utile e fantasioso da realizzare.
La colazione durante la settimana è un gran corri corri…mentre Matteo mangia io preparo la sua merenda della scuola e Andrea si affretta a vestirsi. Non facciamo quasi mai colazione insieme. Il convivio vero e proprio è destinato alla colazione nel week end che riveste un ruolo importante nelle relazioni della famiglia: il tempo si dilata, ci si rilassa, si raccontano aneddoti divertenti, si parla dei fatti accaduti durante la settimana, si leggono le notizie di cronaca sulle testate giornalistiche online, il tè si fredda nella tazza e bisogna scaldarlo di nuovo.
Si parla molto dell’utilizzo dei mezzi tecnologici in casa e a scuola ed essendo pedagogista, credo che le teorie orientate nella direzione del divieto non siano del tutto corrette. I nostri figli, soprattutto i più piccini, imparano dall’esempio dei genitori o dalle persone che si prendono cura di loro. Se i bambini ci vedono sempre con smartphone e tablet in mano anche loro vorranno imitarci. Ma dipende dall’utilizzo che ne facciamo. Ad esempio noi in casa con questi mezzi di comunicazione lavoriamo e a Matteo non è permesso toccare i nostri pc. Non credo che sia nemmeno interessato a farlo: per lui rappresentano il lavoro. Solo recentemente abbiamo scaricato un gioco per lui sul tablet con regole molto severe per il suo utilizzo.
A lui piace guardare i video su youtube e ricercare immagini o testi di quello che lo appassiona dai lego all’antico Egitto ma è sempre sotto la nostra stretta supervisione.
E dunque anche per lui i mezzi tecnologici che abbondano in casa sono uno strumento utile per la ricerca e non solo un mezzo per l’intrattenimento.
Di solito, dopo la visione di un video chiediamo di fare un riassunto o un disegno per legare insieme un’attività “passiva” con una di fantasia e creatività.
I bambini nati dopo il 2006 vengono chiamati “nativi digitali” poiché sono nati immersi nell’utilizzo delle nuove tecnologie ma sta sempre a noi genitori mediare le loro conoscenze e i loro apprendimenti, che siano multimediali o meno. Ed è per questo motivo che, se durante la settimana siamo più rigidi sulle regole di utilizzo di smartphone e tablet, durante il week end ci concediamo delle piacevoli eccezioni consapevoli.